Avete mai sentito la storia dell’uomo che scambiò sua moglie per un cappello?
Eh no, non è un racconto di fantascienza, ma è uno dei casi clinici raccolti nel saggio di Oliver Sacks (L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello,1985).
Dopo aver terminato la sua visita, il simpatico paziente prese il cappello e tentò di indossarlo: peccato che quello che aveva afferrato non fosse un cilindro, ma la testa di sua moglie!
Vi starete chiedendo come sia possibile un evento del genere, e che magari la vicenda è stata ingigantita ai fini del romanzo. Ma, sfortunatamente, il paziente del Dottor Sacks soffriva di PROSOPAGNOSIA.
Ma che cos’è, dunque, questa parola così strana e difficile da pronunciare?
La PROSOPAGNOSIA è un deficit di riconoscimento per i volti noti e rientra nelle caratteristiche generali dei deficit di riconoscimento poiché riguarda solo l’area visiva. Infatti, i pazienti che soffrono di questo disturbo non sono in grado di riconoscere i volti delle persone, anche se si tratta dei propri familiari o di una persona vista 2 minuti prima.
Interessando solo l’area visiva, i pazienti che ne soffrono sono in grado di riconoscere le persone a loro note attraverso altre modalità o caratteristiche accessorie specifiche del soggetto: ad esempio, possono riconoscere la loro moglie dal tono della voce, un loro amico dalla lunghezza dei capelli, oppure dal cappellino firmato che è solito indossare il proprio figlio.
Fortunatamente, è un deficit molto raro e, nei casi più lievi, può addirittura passare inosservato. Tuttavia, l’insorgenza di questo disturbo è molto frequente nei diversi stadi della malattia di Alzheimer.
Comments